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Channel: Marianna Palumbo – Wired
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Quando la banca rifiuta il prestito: mini-guida a motivi e soluzioni

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salvadanaioSe la tua richiesta di prestito è stata rifiutata è perché sono emerse delle “criticità” nel profilo creditizio. Tutti gli istituti di credito effettuano delle analisi piuttosto approfondite prima di erogare del denaro, valutando non solo l’attuale situazione finanziaria del risparmiatore ma anche i rapporti avuti in passato con le banche e le società finanziarie.

Quali sono le motivazioni di rifiuto più frequenti?
Prima di erogare la somma richiesta tutti gli istituti di credito devono effettuare delle verifiche per stabilire il merito creditizio dei clienti, ovvero la capacità di rimborsare il debito contratto. Per determinarlo consultano le informazioni presenti nei sistemi di informazione creditizia (sic), banche dati accessibili solo agli istituti di credito che descrivono dettagliatamente la storia creditizia di tutti i risparmiatori. Dall’esito di questa verifica dipenderà la concessione del prestito.

Ci sono delle specifiche motivazioni che determinano più di altre il rifiuto delle richieste di finanziamento. Tra queste rientrano:

– Le segnalazioni come cattivo pagatore o soggetto protestato: ritardi, mancati pagamenti di finanziamenti passati rappresentano un chiaro segnale di scarsa affidabilità creditizia del richiedente. Attenzione: le segnalazioni negative permangono nelle banche dati per un periodo limitato, dai 12 ai 36 mesi, a seconda della gravità della segnalazione. Una volta scaduto il termine, saranno cancellate in automatico.

Assenza di requisiti lavorativi e reddituali: i contratti a termine o in scadenza, e la mancanza di una fonte di reddito costante sono considerati dei fattori di rischio per le banche. Per determinare l’importo della rata di rimborso è in genere adottata la regola del rapporto rata/reddito, ovvero: per essere sostenibile, l’importo della rata non deve superare un terzo delle entrate mensili, al netto di tutti gli altri impegni finanziari.

Risparmiatore non censito: se nelle banche dati non c’è nessuna informazione utile per determinare la condotta creditizia del richiedente. Questo accede se il cliente non ha mai sottoscritto altri finanziamenti in passato.

Presenza di altre richieste di finanziamento: presentare più richieste di prestito a istituti di credito differenti è un vero rischio. Una volta presentata una richiesta di finanziamento, l’informazione viene subito inserita nelle banche dati e ci resterà per circa 30 giorni. Nel caso in cui verrà subito presentata un’altra richiesta, il nuovo istituto di credito sarà costretto a rifiutarla semplicemente perché risulta un’altra richiesta in corso.

– Altri finanziamenti in corso: potrebbe costituire un rischio, soprattutto se la situazione reddituale non è particolarmente stabile. In casi del genere le banche preferiscono rifiutare le richieste per evitare la possibilità di sovraindebitamento del cliente.

Come e quando presentare una nuova richiesta di prestito?
Identificata la causa del rifiuto, per inoltrare una nuova richiesta occorre aspettare dei tempi tecnici, che potranno variare in base alla motivazione fornita dalla banca. In questi casi sarebbe opportuno richiedere la liberatoria del prestito rifiutato, per essere certi che la domanda di finanziamento presentata non sia più nello status di “richiesta”.

In questo modo, quando verrà presentata una nuova domanda non risulterà nessuna richiesta in corso a carico del cliente. Per effettuare la cancellazione definitiva dai registri creditizi, come il Crif, occorre attendere circa 30 giorni.

Se invece il rifiuto è dovuto alla mancanza di quei requisiti che possano garantire il rimborso della somma, al momento della nuova richiesta è possibile chiedere l’intervento di un garante, ovvero una persona che possa subito intervenire al posto del debitore, qualora emergano dei problemi che possano rallentare il rimborso del debito.

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Condizionatore, le regole per usarlo correttamente e risparmiare

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Condizionatore d'aria

Fedele alleato nella lotta all’opprimente calura estiva e nelle interminabili notti insonni, il condizionatore d’aria è ormai diventato ospite gradito e desiderato nelle case di molti italiani, che si dimostrano in molti casi incapaci di gestirli. Capita spesso che le ore trascorse al fresco generato dai condizionatori riservino delle brutte sorprese, soprattutto quando si ricevono le bollette della luce.

Risparmiare e ottimizzare l’utilizzo dei condizionatori in estate non è impossibile, basta solo seguire delle semplici regole che, se applicate già in fase di acquisto, possono garantire una netta riduzione dei costi nel lungo periodo. Se avete optato per un dispositivo di classe energetica superiore, quindi non inferiore alla lettera A, possedete già i requisiti fondamentali per vedere scendere gli importi delle bollette luce.

La prima regola per contenere i consumi energetici dei condizionatori è impostare una giusta temperatura interna, che non dovrà essere inferiore più di 5-6 gradi a quella esterna. Una piccola accortezza che porterà dei benefici non solo alle finanze familiari ma anche alla salute. Un altro accorgimento per ottimizzare l’uso dell’energia elettrica riguarda la scelta del piano tariffario.

Se al momento di sottoscrizione dell’offerta luce avete optato per una tariffa bioraria (che prevede per l’energia dei prezzi diversi a seconda della fascia oraria) ma adesso azionate i condizionatori anche nel corso della mattinata, quando il prezzo dell’energia è più alto, gli aumenti in bolletta saranno inevitabili. Il consiglio è scegliere una nuova offerta luce, che sia in linea con le proprie abitudini di consumo e con lo stile di vita.

Per raggiungere più velocemente la temperatura interna desiderata bisogna però ricordarsi di chiudere le finestre dell’abitazione e le porte delle stanze non utilizzate. Tenere chiuse le persiane o le tapparelle nelle ore più calde della giornata è un altro metodo per mantenere più freschi gli ambienti.

Limitare l’accensione del forno, del phon, dei fornelli, e di tutti i dispositivi che emettono calore, contribuirà invece a ridurre la presenza di umidità nell’aria. Se il condizionatore, o meglio il climatizzatore (perché esiste una netta differenza tra i due dispositivi), dispone della funzione di deumidificazione sarà possibile abbassare rapidamente la temperatura percepita eliminando la presenza di umidità nell’aria, con il grande vantaggio di assorbire meno energia.

La periodica manutenzione dell’unità interna ed esterna del condizionatore è una procedura indispensabile per risparmiare energia, ma anche per garantire il corretto funzionamento, la sicurezza dell’impianto e la sua durata nel tempo. La pulizia dei filtri all’inizio della stazione estiva, o mensilmente nel caso di utilizzo continuo, è una procedura molto semplice che può essere eseguita anche dai non addetti ai lavori. Per una pulizia più profonda, si potranno inoltre utilizzare dei liquidi disinfettanti o igienizzanti per condizionatori.

Il controllo del liquido refrigerante andrebbe invece eseguito annualmente da tecnici specializzati. La pulizia del motore esterno va fatta al termine della stagione estiva, per evitare che lo sporco si incrosti. Anche in questo caso ci si può affidare a tecnici qualificati oppure al classico-metodo-fai-da-te.  Se il condizionatore non viene usato nel resto dell’anno, sarebbe opportuno coprire il motore collocato all’esterno, in modo da tutelarlo dagli agenti atmosferici e dallo sporco.

 

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Che cosa succede se finisci nel registro dei cattivi pagatori

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soldiUna segnalazione come cattivo pagatore può non solo provocare il rifiuto di una richiesta di prestito ma anche compromettere la propria “reputazione creditizia” negli anni seguenti. Ritardi prolungati e mancati pagamenti di rate di rimborso di mutui e finanziamenti vari, di bollette, canoni di affitto e perfino delle spese condominiali non passano certo inosservate. Anzi, finiscono diritte nelle black list dei sistemi di informazioni creditizie (Sic), come il Crif.

Si tratta di enormi banche dati in cui sono raccolte tutte le informazioni fornite dagli istituti di credito riguardo non solo i cattivi pagatori ma anche coloro che sono in regola con i pagamenti, come un vero e proprio registro anagrafico. Solo per i casi particolarmente critici, che possono costituire una reale minaccia per l’istituto di credito, le segnalazioni vengono trasmesse anche alla Centrale rischi della Banca d’Italia, o Cai, Centrale allarme interbancaria.

Come avviene l’iscrizione nel registro dei cattivi pagatori?
Il Crif è una fonte di informazioni indispensabile per tutti gli istituti di credito, perché consente di valutare il livello di indebitamento e il passato creditizio di tutti i clienti che presentano una richiesta di finanziamento. Insomma, un controllo necessario prima di erogare la somma di denaro richiesta dal cliente.

La segnalazione come cattivo pagatore giunge solo in seguito al mancato pagamento di due rate di rimborso consecutive (due mensilità), e non prima che l’istituto di credito invii una comunicazione di sollecito al cliente moroso. L’iscrizione nei registri non è permanente, la durata della segnalazione può oscillare da un minimo di 6 mesi fino a un massimo di 36 mesi per i casi particolarmente complessi. La cancellazione avverrà invece in modo automatico.

È possibile verificare la propria posizione creditizia?
I dati contenuti in questi registri sono accessibili solo agli operatori del settore e agli stessi soggetti interessati. Qualsiasi individuo (privato o azienda) ha il diritto di verificare la propria posizione e, in caso di errore, richiederne la correzione. Per fare una visura al Crif è prevista la compilazione di un modulo disponibile sul sito web e l’invio tutti i documenti identificativi del richiedente. Il costo del servizio oscilla dai 4 ai 10 euro a seconda dei casi.

Si può chiedere la cancellazione dal registro dei cattivi pagatori?
La cancellazione dal Crif avviene in modo automatico, allo scadere del termine previsto. Anticipare i tempi non è possibile, neanche nel caso in cui il soggetto segnalato abbia regolarizzato la sua posizione. È possibile ottenere la cancellazione dei dati solo in caso di errore o mancato aggiornamento.

Possono richiedere la cancellazione solo i soggetti con una posizione neutra/positiva, ma si tratterebbe di una scelta poco vantaggiosa perché andrebbe a ridurre i dati a disposizione delle banche in caso di future richieste di finanziamento future. Di fatto il soggetto risulterebbe non censito.

I cattivi pagatori possono ottenere dei finanziamenti?
Ottenere un finanziamento con una segnalazione a proprio carico non è certo semplice ma neanche impossibile. Solo per i casi meno complessi e per cifre contenute, le banche potrebbero concedere della liquidità a quei soggetti con un “profilo a rischio. In questi casi l’unica soluzione potrebbe essere un prestito con cessione del quinto visto che consente di detrarre la rata di rimborso direttamente dall’importo dello stipendio o dalla pensione.

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Ecco tutte le spese da considerare quando chiedi un prestito

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Calcolo di un prestito personale
Calcolo di un prestito personale

Nonostante il clima economico incerto, le richieste per ottenere un prestito personale in Italia registrano ancora valori piuttosto elevati, riportando addirittura una crescita significativa rispetto ai dati dello scorso anno. Un imprevisto, una spesa improvvisa, la voglia di realizzare un progetto da tempo rimandato, qualunque sia la ragione i prestiti sono una valida soluzione per ottenere della liquidità in tempi relativamente rapidi.

Nella giungla di proposte e soluzioni proposte dal mercato finanziario, la principale difficoltà è sicuramente trovare un prestito che preveda delle condizioni contrattuali vantaggiose e trasparenti. Nella lista delle voci di spesa da considerare prima della sottoscrizione di un contratto di finanziamento, i tassi di interesse sono certamente ai primi posti, ma purtroppo non sono le uniche.

Quanto costa un prestito personale?
Quando si chiede un prestito, la somma da restituire alla banca o alla società finanziaria scelta è sempre maggiore rispetto alla cifra iniziale. Questo è dovuto in parte ai tassi di interesse applicati (Tan e Taeg), e in parte a tutte quelle voci di spesa che finiscono inevitabilmente nell’importo della rata finale da pagare.

I tassi di interesse rappresentano il “costo del denaro”, ovvero il compenso richiesto dall’istituto di credito per avere prestato del denaro per un certo periodo di tempo. Per semplificare diremo che il Tan, il tasso annuale nominale, è il tasso usato dalle banche per calcolare l’importo delle rate mensili. Il Taeg, tasso annuo effettivo globale, racchiude invece tutte le spese previste per la gestione del finanziamento.

Tutte le voci si spesa di un prestito da considerare
Le spese accessorie rappresentano una voce di spesa a cui prestare particolare attenzione dal momento che includono tutti i costi previsti per la gestione del prestito: dalla fase di apertura della pratica, fino all’invio delle comunicazioni periodiche. Nelle spese accessorie rientrano:

– le spese di istruttoria: i costi sostenuti per l’apertura e per la gestione della pratica, compresi tutti i controlli sulla situazione creditizia del richiedente. Possono essere addebitate nella prima rata o diluite nel corso del finanziamento;

– Le spese di incasso e gestione rata o Sir: variano in base alla tipologia di finanziamento, per i prestiti personali sono pari a zero;

– L’imposta di bollo/sostitutiva sul contratto: è un contributo fiscale pagato per l’emissione dei vari documenti, l’importo può essere fisso o proporzionale. L’importo attualmente si attesta sui 14,62 euro per tutti quei contratti che prevedono una durata di 18 mesi, ma a questa cifra può aggiungersi un’ulteriore imposta di bollo, pari a 1,81 euro per coprire tutte le comunicazioni emesse dagli istituti di credito e società finanziarie per il cliente;

– Le spese di chiusura della pratica: nei casi di chiusura anticipata dei contratti potrebbe essere applicata una penale, il cui importo non potrà superare l’1% del debito residuo. La penale rappresenta un risarcimento per la banca, per gli interessi sulle rate non goduti;

– Il costo delle comunicazioni periodiche: si tratta di un contributo simbolico, che può essere eliminato avvalendosi dei servizi online messi a disposizione ormai da tutti gli istituti di credito. Accedendo ad una pagina personale attraverso l’area clienti del sito, è possibile  monitorare la situazione finanziaria e consultare tutta la documentazione allegata.

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