(Foto: Milo Sciaky)
“Mando una mail e arrivo”, “Faccio prima una chiamata”, “Ti scrivo su WhatsApp” o ancora “Ti contatto su Facebook”. Alzi la mano chi non ha sentito o pronunciato nelle ultime 24 ore una di queste frasi. Il web e le mille risorse della Rete hanno ormai fatto irruzione nelle nostre vite e nei nostri gesti quotidiani, facendoci spesso dimenticare anche le più elementari norme della buona educazione e gettando così nello sconforto le povere mamme, che si illudevano di aver allevato dei figli educati.
L’accesso alla Rete è di colpo diventato una vera necessità, la porta d’ingresso sul mondo, il giardino in cui coltivare le relazioni, il motivo per cui, nonostante i tempi di magra, si continua ad investire in telefonia. Ovviamente il mercato ha captato subito il segnale ed ha iniziato a proporre mille offerte vantaggiose. Basta mettere le tariffe di adsl proposte dai vari operatori a confronto, per capire quanto sia ormai radicato il bisogno di “restare connessi” a tutti i costi.
Tralasciando i risvolti sociologici, antropologici e psicologici e tutti i numerosi studi e ricerche condotte sul potere del web, la verità è che smartphone, tablet e aggeggi vari, ci hanno reso un popolo di gran maleducati, tanto da rendere necessario l’intervento dell’austera Debrett’s, la scuola simbolo dell’etichetta londinese che dal 1779 istruisce la nobiltà inglese. La celebre istituzione, che da secoli detta le regole del bon ton, ha avviato dei corsi sulla netiquette, il neologismo nato dall’incrocio delle parole net ed etiquette, per insegnare ad usare le buone maniere quando si adoperano le moderne tecnologie.
Una decisione eccessiva? Probabilmente no. Basti pensare a quanto sia diventato normale essere seduti al tavolo con commensali che, tra una portata e l’altra mandano mail o rispondono a delle chiamate, oppure trovarsi in un luogo pubblico, come in metro o in tram, ed essere circondati da una marea di gente che non parla, ma avvolta nel più religioso silenzio, ha gli occhi ben puntati sugli schermi di smartphone o tablet. Sono soprattutto le generazioni dei più giovani ad essere tecno addicted, incapaci spesso di affrontare e gestire le relazioni umane, quelle autentiche, fatte di strette di mani, sorrisi e scambi di opinioni.
Imparare a difendersi dalle insidie di SMS e email
I corsi promossi dalla scuola Debrett’s si rivolgono ai giovani di età compresa tra i 20 e 30 anni, quindi prossimi a fare il loro debutto nel mondo del lavoro. Una vera opportunità per imparare a presentarsi ai futuri colleghi, per capire quanto possa essere rischioso postare foto compromettenti sui social network. Insomma il giusto rimedio per sconfiggere il phubbing, ovvero l’odiosa abitudine di rispondere a mail e SMS ignorando la persona che ci sta di fronte, o peggio ancora riflettere su quanto sia poco professionale inviare sms al proprio capo per comunicare cose importanti o per chiedere un giorno di permesso.
Non solo il cellulare, anche le mail nascondono delle insidie. Altamente proibito l’uso di maiuscole e grassetti per enfatizzare, meglio controllare lo spelling delle parole e scegliere per il proprio account un nome quanto meno rispettabile e non farcire le mail con abbreviazioni e pupazzetti animati di vario genere. Tuttavia è bene ricordare che la convivenza con i colleghi non si limita esclusivamente all’uso della casella di posta elettronica e allo smartphone. Esistono altre piccole regole, esattamente otto, che possono rendere la convivenza lavorativa piacevole, o quasi.
1. Mai staccare la spina altrui dalla presa, soprattutto di venerdì sera e mentre il collega sta ultimando la relazione per il capo.
2. Se lavorate ascoltando musica, continuate pure a farlo ma usando gli auricolari, i vostri colleghi vi saranno grati. Abbandonateli però nei pressi della macchinetta del caffè o in pausa pranzo. Correte il rischio di essere additati come asociali.
3. Mai usare il PC di un collega, anzi meglio stare alla larga dalle postazioni altrui, sarete considerati alla pari dei ladri sorpresi a rubare in casa.
4. Mai lasciare a secco di carta e inchiostro le stampanti o le fotocopiatrici dell’ufficio, un buon modo per evitare (ulteriori) insulti dai colleghi.
5. Tenete i cellulari in modalità silenziosa, soprattutto se la vostra suoneria è l’ultimo successo dei Modà.
6. In riunione meglio portare carta e penna, magari evitate di disegnare cuori e di ripetere ossessivamente il vostro nome.
7. Chat aziendali e sottogruppi, vanno gestiti con estrema cautela. La gaffe è dietro l’angolo, soprattutto se siete soliti commentare i look e la vita sentimentale dei vostri colleghi.
8. Non toccate lo schermo del PC del vostro collega, magari piantandoci sopra il dito, anche in questo caso la maledizione (ulteriore) è dietro l’angolo.
Detto questo, non resta altro che dire…benvenuti nel mondo del lavoro!
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